Un italiano per la prima volta alla guida della rappresentanza europea dei dealer di macchine agricole

Collaborazione su scala internazionale con le federazioni europee dei costruttori (Cema), dei contoterzisti (Ceettar) e degli agricoltori (Copa-Cogeca), una maggiore incisività a Bruxelles in chiave di lobbying e un’attenzione alle sfide del settore agricolo, a partire dalla transizione energetica ed ecologica. Sono questi i primi punti di un programma tutto da costruire nell’armonia delle organizzazioni nazionali che compongono il Climmar, la rappresentanza europea dei commercianti di macchine agricole, con sede a Bruxelles. Da alcune settimane il presidente è Roberto Rinaldin, trevigiano, alla guida di Federacma. Fieragricola gli ha rivolto qualche domanda.

Presidente Rinaldin, quali saranno le linee guida del suo mandato?

“Sono stato eletto a metà marzo, durante lo Spring Meeting del Climmar, che si è tenuto a Bruxelles. Un incontro organizzato dal presidente uscente olandese come atto conclusivo del suo mandato, destinato all’elezione del nuovo presidente Climmar e all’assunzione di alcune decisioni programmate. Ma vorrei fare un passo indietro, perché l’ultimo anno è coinciso con un momento storico di transizione per il Climmar”.

Quale?

“È è stato approvato un nuovo Statuto che l’ha reso una Confederazione internazionale, mentre prima si costituiva come associazione europea, ridefinito il numero dei settori coinvolti, inserendo, oltre ai concessionari e riparatori di macchine agricole, anche i dealer di macchine da giardino e tutti coloro che vendano macchine su ruote, escluso l’automotive e il trasporto, scelta una nuova sede a Bruxelles, assunto un segretario generale fisso, dipendente dell’associazione e non più legato alla rotazione dei presidenti. In sostanza, stiamo assistendo ad un importante processo di ampliamento e internazionalizzazione del Climmar. A me, come presidente, è stata proposta la sfida di traghettare il Climmar per portarlo ad indossare questo nuovo abito, confezionato su misura, grazie al nuovo Statuto, elaborato da un gruppo di lavoro dedicato, a cui ha contribuito molto significativamente anche il nostro segretario generale Gianni di Nardo, per conto di Federacma”.

L’Italia questa metamorfosi associativa l’ha già vissuta.

“Sì. Nell’affrontare questo compito, mi sarà d’aiuto l’essermi già trovato a condurre da presidente un processo simile a livello nazionale, nel passaggio dall’associazione Unacma alla Federazione Federacma. Ora la sfida si sposta a livello internazionale, e non posso che esserne orgoglioso, perché i colleghi delle altre Nazioni hanno sostenuto fortemente la candidatura e la presidenza italiana. Aggiungo che è la prima volta che la presidenza viene assegnata all’Italia, segno che il nostro mercato e la nostra capacità di rappresentanza si sono fatte positivamente notare.

Per tornare alla sua domanda, tra i prossimi obiettivi del Climmar c’è sicuramente quello di aumentare il numero delle associazioni nazionali iscritte, tanto europee quanto internazionali. C’è poi l’esigenza di costituire una forza di rappresentanza sempre più consistente, in difesa della categoria dei dealer, che sia presente ai tavoli istituzionali e nelle sedi di decisione politica.

Accanto a questa prospettiva generale del futuro del Climmar abbiamo gli obiettivi specifici, a breve e lungo termine dell’associazione, che saranno discussi nel prossimo board del Climmar, per cui per ora non posso anticipare nulla di più”.

Quali sono gli elementi che contraddistinguono con maggiore forza innovativa il volto del Climmar, a livello internazionale?

“La più grande novità è che, per la prima volta dalla sua costituzione, avvenuta nel lontano 1953, il Climmar dichiara apertamente di volersi proporre come la lobby dei commercianti e riparatori di macchine agricole e da giardino e di tutti gli altri settori indicati, compiendo i passi concreti necessari per poter essere presente nei luoghi e nei momenti decisivi. Infatti, essere allocati fisicamente nel quartiere della Commissione e del Consiglio europeo e avere un segretario che vive ed opera a Bruxelles, ci permetterà di essere costantemente presenti ai lavori del Parlamento e della Commissione europea, in modo estremamente snello, economico e, soprattutto, incisivo”.

Il Climmar apre la rappresentanza anche al settore del giardinaggio. Quali sono le prospettive e le priorità nel settore?

“Siamo alla prima esperienza di una confederazione che rappresenti a livello internazionale i dealer del settore giardinaggio hobbistico e professionale. Per cui attediamo la costituzione del gruppo di lavoro dedicato, da cui emergeranno i temi e le priorità da affrontare. Ritengo che in questo momento di transizione ecologica ed energetica, particolare attenzione verrà riservata allo sviluppo commerciale dei robot da giardino e delle macchine a batteria, che andranno pian piano a sostituire le attuali macchine alimentate a benzina, anche ad uso professionale”.

Fra i vostri interlocutori vi sono istituzioni, costruttori, agricoltori e contoterzisti. Quali argomenti avete in agenda con ciascuno di questi soggetti?

“Intendiamo incrementare le attività di lobbying in collaborazione con le altre federazioni europee dei costruttori (Cema), contoterzisti (Ceettar) e degli agricoltori (Copa-Cogeca), con cui abbiamo già presentato alle istituzioni europee, in passato, proposte d’interesse comune, in modo da avere un quadro sempre più completo delle iniziative dei diversi Paesi che potrebbero favorire il settore nel suo complesso. Per il futuro, questa sinergia dovrà costituire l’elemento fondamentale per svolgere pressione politica”.

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