Agricoltura 4.0: l’80% delle aziende prevede un investimento in soluzioni di Agricoltura 4.0 nei prossimi due anni

«Le aziende agricole continueranno a investire nel digitale. Lo confermano i dati raccolti: circa l’80% delle aziende prevede un investimento in soluzioni di Agricoltura 4.0 nei prossimi due anni. Anche se elementi come il conflitto in Ucraina e la situazione geopolitica e l’ondata di rincari che ha colpito anche il mondo agricolo potrebbero influenzare gli investimenti in innovazione: l’Osservatorio Smart AgriFood sta studiando il fenomeno in questi mesi».

La professoressa Chiara Corbo, direttrice degli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano, registra un fenomeno in crescita progressiva da alcuni anni, se si prendono in esame gli investimenti degli agricoltori nell’ambito delle tecnologie di digitalizzazione. Ne ha parlato in un’intervista a margine dell’evento «L’agricoltura di fronte al cambiamento climatico e agli shock energetici. Energie rinnovabili, digitalizzazione, uso efficiente dell’acqua: il supporto dell’innovazione tecnologica», organizzato da Veronafiere per presentare Fieragricola Tech l’iniziativa dedicata alle tecnologie per il comparto primario, in programma i prossimi 1 e 2 febbraio 2023, con una formula in grado di coniugare l’offerta espositiva ad approfondimenti verticali sull’innovazione, la digitalizzazione, ricerca e sviluppo in agricoltura.

Ne abbiamo parlato con la professoressa Corbo, che in occasione della presentazione alle aziende della prima edizione di Fieragricola TECH ha affrontato il tema «Agricoltura 4.0: l’utilizzo delle tecnologie digitali in agricoltura per la gestione della risorsa idrica».

Professoressa Corbo, qual è lo stato dell’arte dell’innovazione in agricoltura in Italia e, nello specifico, nel mondo dell’irrigazione? Che cosa ha insegnato la siccità del 2022?

«Secondo i dati della Ricerca dell’Osservatorio Smart AgriFood, il mercato dell’agricoltura 4.0 è promettente nel nostro Paese.

L’Agricoltura 4.0 ha generato in Italia un fatturato intorno a 1,6 miliardi di euro, con una crescita del 23% rispetto al 2020. 

Questi valori di mercato, peraltro, continuano a crescere dal 2016, anno in cui abbiamo realizzato la prima stima, evidente sintomo di quanto la nostra agricoltura sia sempre più consapevole del valore dell’innovazione digitale. Dal punto di vista dell’adozione da parte degli agricoltori, poi, oltre il 60% degli agricoltori che hanno partecipato alla survey annuale dell’Osservatorio Smart AgriFood ha dichiarato di adottare almeno una soluzione 4.0. È evidente come i recenti fenomeni climatici, e in particolare la siccità del 2022, rendano evidente la necessità di adottare soluzioni innovative che possano consentire una gestione efficiente della risorsa idrica. Gli agricoltori mostrano grande consapevolezza rispetto al potenziale delle soluzioni 4.0 per un’irrigazione più smart. Dal punto di vista dell’offerta di tecnologia, non mancano soluzioni che possono consentire di raggiungere tale obiettivo, come ad esempio i cosiddetti DSS, che costituiscono il 19% delle soluzioni offerte sul mercato, i sistemi di monitoraggio e i sistemi di mappatura di coltivazioni e terreni, che sono tra le soluzioni maggiormente presenti sul mercato italiano».  

Il trend di crescita del digital farming è stato molto positivo negli ultimi anni. Quali sviluppi possiamo attenderci per il futuro?

«Siamo positivi sul fatto che le aziende agricole continueranno a investire nel digitale. Lo confermano i dati raccolti: circa l’80% delle aziende prevede un investimento in soluzioni di Agricoltura 4.0 nei prossimi due anni. Certo, dobbiamo fare i conti in questo momento con le gravi situazioni che stanno impattando il settore, in particolare il conflitto geopolitico e il rincaro, anche antecedente, in realtà, dei costi dell’energia. Quanto questi elementi influenzeranno gli investimenti in innovazione è proprio quanto sta studiando l’Osservatorio in questi mesi».

In quali ambiti specifici dell’innovazione agricoltori, allevatori e filiere agroalimentari dovranno investire?

«È complesso parlare di specifici ambiti a mio avviso: tutto deve essere calato nelle singole realtà, con le loro caratteristiche, colture, geografia… Dai dati emerge che le soluzioni in cui si investirà maggiormente saranno i sistemi di monitoraggio e controllo di macchine e attrezzature agricole, sistemi di monitoraggio di terreni e coltivazioni, e sistemi di irrigazione di precisione. Questi i primi tre ambiti che ci fanno capire come al centro di tutto ci sono i dati: il settore agroalimentare nel complesso deve investire in soluzioni che consentano di raccogliere e soprattutto analizzare e condividere dati lungo tutto la filiera, a beneficio dell’efficienza, della produttività, della qualità e tracciabilità degli alimenti». 

Quale ruolo dovrà avere la formazione?

«Chiaramente la formazione riveste un ruolo fondamentale per guidare l’agricoltura italiana verso l’innovazione. Non solo e non tanto per capire come utilizzare le soluzioni e le tecnologie, quanto – innanzitutto – per capire il valore del digitale, dove sono i benefici, comprendere il valore dei dati e della loro condivisione. Capire come l’innovazione deve essere gestita e come, magari, dovranno cambiare i business model. Da questo punto di vista un ruolo essenziale è rivestito sia dagli Istituti Agrari, che sempre più cercano di inserire corsi di studio legati al digitale, sia dall’Università, come il recente corso di laurea in Agricultural Engineering promosso dal Politecnico in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore, che punta a formare esperti con competenze ingegneristiche, manageriali e agronomiche. Fondamentale è il ruolo delle associazioni di categoria, nel divulgare e nel promuovere percorsi di formazione e aggiornamento professionale orientati al digitale». 

I cambiamenti climatici che impatto avranno sull’agricoltura italiana ed europea? È possibile quantificare in termini economici i benefici che potrebbe portare l’adozione di soluzioni innovative per una migliore gestione della risorsa idrica?

«Chiaramente, essendo l’agricoltura così intrinsecamente connessa ai fattori ambientali e climatici, non può che essere fortemente impattata dai cambiamenti climatici. Parliamo di perdita di raccolti dovuti a eventi estremi, come le alluvioni, ma anche sviluppo di malattie e parassiti a causa di condizioni climatiche anomale. A livello economico, chiaramente il primo beneficio per l’azienda dall’utilizzo di soluzioni innovative è sul conto economico: un utilizzo più efficiente dell’acqua porta a una riduzione degli sprechi e dei costi. Ma si aggiungono poi ulteriori benefici, che vanno a impattare sulla salute e la qualità del prodotto. Utilizzare acqua in maniera più efficiente non significa solo ridurre ovviamente: ad esempio, i sistemi per il monitoraggio dello stress colturale diventano fondamentali in colture come il mais, dove la carenza di acqua si traduce in perdite di produzione e perdita di qualità e sanità della produzione. Aggiungo che stiamo lavorando ad un progetto europeo che vede il coinvolgimento di numerosi partner internazionali, finalizzato proprio a calcolare e tradurre in termini economici i benefici derivanti dall’adozione di soluzioni digitali, anche per una migliore gestione idrica».  

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