Fitofarmaci, per la riduzione c’è tempo fino al 2035
La Commissione Agricoltura del Parlamento europeo vota lo slittamento
Verona, X mese 2023. Gli agricoltori europei avranno più tempo per ridurre l’uso dei fitofarmaci.
La Commissione Agricoltura del Parlamento europeo ha approvato – con 26 voti a favore, 3 astenuti e 9 contrari – lo slittamento di cinque anni, dal 2030 al 2035, per la riduzione dell’uso dei pesticidi nei campi europei. Il dimezzamento dovrà avvenire entro il 2035, e non più entro il 2030, mentre i singoli Stati Membri dell’Ue ottengono un certo margine di flessibilità, con target di riduzione obbligatori a livello nazionale del 35 per cento.
Un atterraggio dunque un po’ più morbido rispetto ai tempi ipotizzati dalla Commissione Ue, che chiedeva il taglio del 50% dell’uso dei fitofarmaci entro il 2030, senza tuttavia proporre concrete soluzioni alternative. Un approccio che avrebbe forse messo in difficoltà le produzioni agricole comunitarie, per alcuni aspetti già alle prese con problemi di autosufficienza e di necessità di importare da aree al di fuori dei confini dell’Ue.
Soddisfazione da parte dell’europarlamentare Paolo De Castro, il quale ha ricordato come i negoziati in Commissione Agricoltura “hanno portato a un cambiamento del periodo di riferimento per il calcolo della riduzione che tiene meglio conto degli sforzi già fatti da alcuni Stati Membri, in particolare l’Italia, nella riduzione dell’uso di fitofarmaci: basti pensare che dal triennio 2011-2013 ad oggi, i nostri agricoltori hanno già ridotto di oltre il 20% l’utilizzo della chimica. Tutto ciò, insieme alla clausola di revisione che ne valuterà la fattibilità, rende più realistico e raggiungibile l’obiettivo al 2035, ma solo se accompagnato da un importante sforzo in innovazione, che metta a disposizione alternative concrete per contrastare le fitopatie, a partire dalle Tea, le nuove biotecnologie sostenibili”.