La chimica europea pronta a investire nel settore “agro” 14 miliardi entro il 2030

Verona, 12 ottobre 2023. Quattordici miliardi di euro pronti per essere investiti dall’agrochimica europea entro il 2030, quattro dei quali destinati allo sviluppo di nuovi prodotti, con particolare riguardo alle tecnologie biologiche e naturali di contrasto a malattie e parassiti. È il piano legato a ricerca e innovazione per garantire un’agricoltura sicura, produttiva ed efficiente anche sul piano della sicurezza ambientale.

La sfida per l’industria chimica che opera in ambito agricolo non finisce qui. Ed è per questo che, a livello nazionale, è nato l’Osservatorio Agrofarma, che ogni sei mesi pubblicherà un report con l’aiuto di Areté, società leader per l’analisi dei dati in ambito agricolo e food.

Lo scopo è quello di fotografare lo stato dell’arte, le nuove colture e le nuove tendenze nel settore primario, il monitoraggio dell’agricoltura, l’utilizzo di agrofarmaci e mezzi tecnici, così da scongiurare il proliferare di fake news che in questo settore sono molto pericolose.

Alcuni dati sono emblematici di una condotta “virtuosa” dell’agricoltura. L’Italia ha registrato, infatti, una costante riduzione delle percentuali di alimenti con residui oltre i limiti di legge, fino a scendere nel 2021 allo 0,7% di campioni non conformi. E tra i diversi Paesi Ue, l’Italia, con 9.639 campioni analizzati, è quello con la più alta percentuale di prodotti con residui non rilevati (62,7%).

Un uso attento delle risorse, quindi, che trova conferma nell’evoluzione delle vendite di agrofarmaci, in netta contrazione negli ultimi 10 anni, con la significativa complessiva riduzione in Italia del 12% tra il triennio 2019-21 e quello 2011-13. Le riduzioni sono ancora più consistenti quando si guarda ai volumi di principi attivi in essi contenuti. Una contrazione complessiva del -17% tra il triennio 2019-21 e quello 2011-13.

«Questo progetto nasce proprio con la volontà di superare e contrastare la logica che associa l’utilizzo della chimica in agricoltura a pratiche negative per l’ambiente. Purtroppo, infatti, ci troviamo spesso di fronte a contenuti fuorvianti, che non solo riportano informazioni superficiali o inesatte, ma che forniscono un’immagine distorta della nostra agricoltura e danneggiano lo sforzo verso un continuo miglioramento messo in campo ogni giorno dagli operatori della filiera agroalimentare», spiega Riccardo Vanelli, presidente di Agrofarma-Federchimica.

La chimica in agricoltura è uno strumento insostituibile per garantire qualità delle produzioni e quantità, in un mondo che aumenta la popolazione globale e i consumi e necessita di più cibo. E a livello europeo deve fare i conti con strategie particolarmente attente alla sostenibilità ambientale, come lo stesso Green Deal ha declinato in ambito agricolo (Farm to Fork e Biodiversity 2030). Linee che rischiano di avere ripercussioni sul fronte della produttività, tanto che nel corso della presentazione dell’Osseratorio Agrofarma è emerso che, con i tagli Ue all’uso di prodotti chimici in agricoltura, l’Italia rischia di perdere il 70% della produzione di vino e di pomodoro da industria e il 40% di quella di cereali.

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